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4 Novembre: Ricordi della Grande Guerra


4 Novembre:Ricordi della Grande Guerra


Quest'anno ricorre il centenario della fine della grande guerra. Fu l'ultima guerra risorgimentale che l'Italia combatté contro l'impero austro-ungarico. Vi parteciparono giovani provenienti da ogni parte d'Italia e dal meridione in particolare. Per la prima volta la giovane nazione italiana si ritrovò unita sotto la stessa bandiera. L'Italia pagò un prezzo altissimo in termini di vite umane. Centinaia di migliaia di soldati, appena ventenni persero la vita sui fronti del Pasubio, del Carso, dell'Isonzo. Un intera generazione fu annientata dal fuoco di armi sempre più micidiali. Intere popolazione furono costrette ad abbandonare i loro paesi, che furono letteralmente rasi al suolo dalla rabbia austriaca. Tutto ciò durò fino a quando la vittoria arrise al nostro esercito sul Piave e a Vittorio Veneto. Ogni famiglia, in ogni paese perse un figlio, un marito, un fratello. Da allora l'Europa non fu più la stessa.
Così lo storico Vincenzo Laviola nei suoi "ricordi tristi della guerra" descrive la vita in quegli anni ad Amendolara: " Scoppiata la guerra, in ogni paese, come ad Amendolara, restarono solo vecchi, donne e ragazzi. …La Piazza si popolava solo all'ora della "posta": tutti i congiunti dei soldati si portavano presso l'ufficio postale e ne affollavano il portone, per ritirare, se c'era…Era grande l'ansia per questo o quel soldato che non scriveva da oltre un mese…Ma ecco che una volta, a sollievo di tutti, la lettera, viene dall'ospedale: "è ferito solamente"; e un'altra volta, arriva notizia di prigionia: "è vivo, grazie a Dio". Una sera, però si vede qualcuno portarsi tra i vicoli bui, da una casa all'altra del parentado, per dire a ciascuno di recarsi l'indomani in mattinata, senza destar sospetti, nella casa di "lui", per trovarsi tutti uniti, all'ora che il Sindaco con il Maresciallo porterà la notizia di morte. Saranno grida di dolore, urli di strazio….Inizierà subito dopo, con rintocchi funebri della campana grande, il rito antico di gente in gramaglie che va,...Sarà un piangere insieme di tutto il paese. E' un pianto corale, prima urlato,poi, passate le ore, è un pianto cantato su di un motivo antico quanto il mondo e con parole che toccano chi ascolta e sa intendere il senso lirico di quello epicedio di tutta una gente di civiltà millenaria".
Amendolara perse quarantaquattro dei suoi figli ai quali, qualche anno dopo la fine della guerra, venne eretto nella piazza del paese un bellissimo monumento su cui sono scolpiti i loro nomi. Tra questi nomi figura quello di Domenico Sola, giovane studente di filosofia, che nominato sottotenente cadde eroicamente sul campo dell'onore il 29 maggio 1916, durante un assalto alle posizioni nemiche, dopo essere stato gravemente ferito ad entrambe le mani. Domenico Sola per il suo eroismo fu decorato di medaglia d'argento al valor militare e qualche anno dopo la morte gli fu conferita la laurea ad honorem in filosofia (per saperne di più sulla figura dell'eroe amendolarese Domenico Sola si consiglia il libro "Dalla Calabria al Pasubio Morte di un Futurista).

Santino Soda


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